Le iscrizioni micenee, circa 6000, trovate in vari luoghi della Grecia permettono di approfondire
momenti di vita e di storia del II millennio a.C. Le 238 iscrizioni, rinvenute nell’odos Pelopidou di
Tebe nel 1993-1995, cui vanno aggiunti altri cinque documenti rinvenuti a Tebe nel 1996, offrono
dati interessanti su Lacedemoni e Tebani. I Lacedemoni sono spesso citati col nome di ra-ke-da-mini-
jo Lakeda…mnioj. I Lacedemoni non sono mai menzionati coi Tebani; questi sono poco citati, cfr.
te-qa-jo Qhba‹oj; per Tebe cfr. te-qa-de Q»bans-de. Viene poi studiata la posizione di Lacedemoni
e Tebani nell’Iliade, nell’Odissea e negli Inni Omerici: una questione piuttosto complessa. Resta
aperto il problema dell’estensione del regno di Tebe nell’epoca micenea. Lo stesso si dica per i
Lacedemoni.
Alcuni lessemi indicanti nomi di animali e di funzionari addetti alla loro cura, attestati nelle nuove
tavolette micenee di Tebe scoperte tra il 1993 e il 1995, vengono studiati in relazione all’ambito
religioso. Alcuni ricorrono per la prima volta nei documenti micenei, altri sono già attestati ma,
inseriti nel contesto tebano, sembrano acquisire nuove valenze: si tratta di semplici animali o di
animali divinizzati o, piuttosto, di animali sacri? Dall’analisi delle singole occorrenze si cerca di
ricavare una risposta a tale quesito.
Sono puntualizzate alcune problematiche relative a Senofonte: il suo soggiorno a Scillunte e la
probabile fondazione, in tale occasione, di una colonia; l’attribuzione allo stesso Senofonte, dopo il
411, dell’Athenaion Politeia, confermata anche dalla replica in essa contenuta, a due discorsi periclei.
In Valcamonica sono stati trovati tre alfabeti latini (due nella zona di Piancogno ed uno in località
Redondo) i cui grafi rivelano quanto fosse ancora forte l’influsso delle precedenti scuole scrittorie che
usavano alfabeti epicorici camuni. Dal confronto fra questi tre alfabeti e quelli più antichi in caratteri
camuni trovati a Piancogno, Foppe di Nadro e Zurla esce ribadita la struttura fonologica attribuibile
all’antico camuno. Come in etrusco e retico, sono notevoli la mancanza delle occlusive sonore ed il
passaggio da ie. /st/ a /sth/ e /sþ/ con possibilità di un ulteriore sviluppo a /ts/ e /s’s/ in epoca arcaica.
Sul piano epigrafico è degno di nota l’uso di una A di tipo falisco in due iscrizioni in caratteri latini.
La famosa immagine di Virgilio, Ecl. 4, 60-61, del bimbo che comincia a dar segno di riconoscere
col sorriso la madre che lo ha portato in grembo per dieci mesi, è ripresa in esame in rapporto ad
una possibile nuova interpretazione di questi decem menses, intesi non già in senso materiale, come
si è sempre fatto, ma come finemente allusivi alla conclusione di un grande ciclo storico (le dieci
aetates predette dalla Sibilla di Cuma e/o i dieci saecula della storia etrusca), nella prospettiva dell’inaugurazione
di un nuovo magnus saeculorum ordo che rappresenta il tema centrale del testo
virgiliano.
Negli scritti di Seneca ricorrono con frequenza gli aggettivi felix, infelix, beatus. Ne sono esaminati
i vari significati e i concetti connessi all’interno dell’opera di Seneca e a confronto delle affermazioni
correnti nelle scuole filosofiche dell’epoca.
A dispetto del tradizionale ‘poleocentrismo’ greco e del limitato numero di fonti interessate al
fenomeno federale, alcuni passi di Plutarco e di Pausania consentono di affermare che il mondo
greco, pur senza arrivare mai ad una lucida, completa ed articolata teorizzazione del federalismo
come dottrina politica, ne mise in luce importanti caratteristiche, tra cui la positiva capacità di
armonizzarsi come le membra di un corpo o come le molecole dell’acqua. In particolare, il federalismo
viene qui considerato come una forma politica superiore alla polis, la quale, se permane nel
proprio isolamento, rappresenta un pericolo per se stessa e per l’intera Grecia. Plutarco dovrebbe
aver tratto parte di queste idee da Polibio, il discorso del quale viene qui completato.
Nel Peregrinus di Luciano si rilevano indizî di una vicinanza di Peregrino Proteo al Montanismo:
egli è espulso dalla comunità cristiana per assunzione di cibi vietati, è profeta e tiasiarco, autore di
miracoli, avversa il potere costituito, affetta ascesi, disprezza ostentatamente la morte e ricerca un
martirio spettacolare. Infine si studia l’accusa anticristiana di irrazionalità e la questione dell’identità
del Celso lucianeo.
Pur ritenendosi probabile che Paolino e Prudenzio si siano incontrati in Spagna o in Italia, soprattutto
a Roma, mancava finora negli scritti dei due poeti una conferma. Essa è ora individuabile, con precisione
anche cronologica, in perist. 11, 208. Qui infatti Prudenzio, dopo avere ricordato vari gruppi di pellegrini
che affluivano a Roma per la festività di s. Lorenzo, scrive: iamque Nolanus adest. Il Nolanus, a
differenza degli altri aggettivi che lo precedono, non indica collettivamente il gruppo dei fedeli nolani,
ma per antonomasia soltanto Paolino, secondo l’appellativo usato per lui dagli abitanti di Roma.
Il fitonimo aiηatundi “roveto, spine”, impiegato nella Bibbia gotica per tradurre b£toj, è stato oggetto
in passato di ricostruzioni etimologiche basate su aiηa- ‘cavallo’ e -tundi ‘dente’. Si propone qui di
ricondurlo, seguendo l’interpretazione di tund- come derivato dalla radice germanica indicante l’idea
di ‘bruciare’, alla pratica del debbio, pratica che è presente in diverse civiltà anche non indoeuropee
dalla preistoria fino a tempi recenti e che sembra essere stata in alcune tradizioni letterarie anche
un topos poetico.
Poggio discovered Lucretius and from Konstanz sent to Italy a commissioned copy, the Poggianus,
whose relationship to O (s. ix) remains controversial. After a historical and methodological preamble,
most of the Italian manuscripts are shown to derive from x, a source originally more like O than
any edition reveals but progressively adjusted by conjecture. Non-x readings shared with O occur in
the family of FC, which proves to be a contaminated descendant of x, and in various sets of notes;
Pomponio Leto seems to have played a part in the diffusion of such readings. An attempt is made
to determine whether x was the Poggianus itself or a copy, what sources the non-x readings had,
and how much of the Italian tradition goes back to O; new evidence is offered about Mainz, the
home of O in 1479. Attention then turns to the corrections in O, on which a subsidiary dispute about
the relationship between the Poggianus and O has hinged. Much of the argument is conducted as a
debate with the latest editor, Enrico Flores.
A. Schnapp-Gourbeillon, Aux origines de la Grèce (XIIIe-VIIIe siècle avant notre ère). La genèse du politique (C. Tarditi) - C. De Palma, Il paese dei Tirreni Serona Toveronarom (L. Aigner Foresti) - L. Antonelli, I Piceni. Corpus delle fonti. La documentazione letteraria (G. Urso) - Storiografia e regalità nel mondo greco. Colloquio interdisciplinare, Chieti 17-19 gennaio 2002, a c. di E. Luppino Manes (M. Sordi) - C.P. Thiede, Jesus. Der Glaube, die Fakten (I. Ramelli) - G. Lüdemann, Das Urchristentum. Eine kritische Bilanz seiner Erforschung (I. Ramelli) - Mentalités et choix économiques des Romains, sous la dir. de J. Andreau, J. France & S. Pittia (F. Landucci Gattinoni) - S.L. James, Learned girls and male persuasion: gender and reading in Roman love elegy (E. Giazzi) - I. Ramelli, Il Chronicon di Arbela: presentazione, traduzione e note essenziali (G. Firpo) - Identität und Alterität in der frührömischen Tragödie, hrsg. von G. Manuwald (G. Aricò) - Dialetti, dialettismi, generi letterari e funzioni sociali. Atti del V Colloquio Internazionale di Linguistica Greca, Milano 12-13 settembre 2002, a c. di G. Rocca (M. Iodice) - W. Belardi, L’etimologia nella storia della cultura occidentale (C. Milani) - Ugo Bianchi. Una vita per la Storia delle Religioni, a c. di G. Casadio (G. Tosetti)
C. Consani, Sillabe e Sillabari fra competenza fonologica e pratica scrittoria (C. Milani) - Adriatico tra IV e III sec. a.C. Vasi alto-adriatici tra Piceno, Spina e Adria. Atti del convegno di Studi. Ancona 20-21 giugno 1997, a c. di M. Landolfi (P. Amann) - P. Cipolla, Poeti minori del dramma satiresco. Testo critico, traduzione e commento (M. Farioli) - I. Ramelli, Cultura e religione etrusca nel mondo romano. La cultura etrusca dalla fine dell’indipendenza (S. Stucchi) - A. Cornuto, Compendio di teologia greca, introd., trad. e apparati di I. Ramelli (R. Radice) - Caesar Against Liberty? Perspectives on his Autocracy, ed. by F. Cairns and E. Fantham (E. Malaspina) - M. Bovey, Disciplinae cyclicae. L’organisation du savoir dans l’œuvre de Martianus Capella (E. Malaspina) - L’uso dei documenti nella storiografia antica, a c. di A.M. Biraschi, P. Desideri, S. Roda e G. Zecchini: Incontri Perugini di storia della storiografia, XII (Centro servizi S. Spirito, Gubbio, 22-24 maggio 2001) (M. Sordi) - Modelli eroici dall’antichità alla cultura europea, Bergamo 20-22 novembre 2001, a c. di A. Barzanò, C. Bearzot, F. Landucci, L. Prandi, G. Zecchini: Alle radici della casa comune europea, volume quarto (M. Sordi) - Studia Humanitatis ac Litterarum Trifolio Heidelbergensi dedicata. Festschrift für Eckhard Christmann, Wilfried Edelmaier und Rudolf Kettemann, hrsg. von A. Hornung, C. Jäkel und W. Schubert (E. Malaspina)