Publio Cornelio Dolabella, ultor Caesaris primus. L’assassinio di Gaio Trebonio nella polemica politica del post cesaricidio
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Nel gennaio del 43 P. Cornelio Dolabella, proconsole di Siria ormai schierato su posizioni filoantoniane,
ordina l’uccisione del governatore d’Asia, G. Trebonio, tra gli ispiratori del cesaricidio ora
impegnato nella difesa della causa repubblicana. Deciso da Dolabella e giustificato da Antonio come
primo atto di ultio Caesaris, l’assassinio di Trebonio, derubricato invece a manifestazione di crudeltà
e così delegittimato sotto il profilo politico, diviene argomento incisivo nella polemica di Cicerone
all’indirizzo di Antonio, presentato come l’ispiratore del gesto. I recenti contatti attivati da Antonio
con gli eredi politici del dittatore nel nome della comune vendetta ed inaugurati dall’accordo del 44
con Dolabella per l’attacco ai Cesaricidi in Occidente e in Oriente impongono all’Arpinate di esperire
un ulteriore, fallimentare, tentativo di denigrazione di Antonio. Proprio a quest’ultimo nel 43 forse
si dovette, attraverso Ottaviano, la riabilitazione di Dolabella.
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