Vendere contese e affittare parole: Sen. Herc. fur. 172-174 e un giudizio (sprezzante) sul mestiere dell’avvocato
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Lo studio analizza la sequenza di versi 172-174 del primo coro dell’Hercules furens, in cui Seneca,
all’interno di ampie riprese del pensiero di Orazio, esprime un giudizio polemico sull’oratoria contemporanea.
Attraverso il confronto con alcuni passi desunti da autori della prima età imperiale, che
riflettono un’opinione diffusa sulla decadenza dell’eloquenza e sui suoi protagonisti, si dimostra come
in effetti il giudizio di Seneca appaia particolarmente innovativo in special modo per quel che riguarda
il profilo professionale dell’avvocato, di cui si denuncia la perversa tendenza ad assecondare in
maniera esasperata i gusti di un pubblico clamosus.
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