Inediti di Guarnerio Castiglioni da codici Ambrosiani
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Enea Silvio Piccolomini ricorda Guarnerio Castiglioni (c. 1386-1460) nei Commentari per l’incontro
del 1449 a Milano quando ebbe un contrasto dialettico con lui riguardo al futuro del Ducato in
seguito alla morte di Filippo Maria Visconti. Quasi certamente egli si laureò in “utroque iure” a
Padova con Raffaele Fulgosio mentre era ospite nel convitto di Gasparino Barzizza: giurista di valore
e abile diplomatico, per un trentennio ebbe un’attività pubblica di primo piano alla corte milanese
e fu amico e protettore di umanisti. Quasi tutti i non numerosi scritti di Guarnerio sono inediti: tra
questi la corrispondenza con Cosimo de’Medici e con Pier Candido Decembrio. Vengono qui proposti
e pubblicati da codici Ambrosiani due testi significativi di Guarnerio Castiglioni con citazioni di
classici: la lettera consolatoria del 1428 per la morte del segretario ducale Zanino Ricci e l’orazione
per le esequie del cugino Branda Castiglioni, cardinale e grande mecenate, spentosi a Castiglione
Olona nel 1443. Nella composizione dell’orazione in morte del cardinale, Guarnerio, seguendo l’uso
umanistico, riutilizza largamente passi della sua epistola consolatoria e della lettera di risposta, qui
edita, che l’abate di S. Ambrogio Antonio Ricci, fratello di Zanino, gli aveva inviato.
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